
Psicologa, Psicoterapeuta Sistemico relazionale
Laureata in Psicologia Clinica e di Comunità, presso l’Università degli Studi di Firenze ed iscritta all’Albo degli Psicologi della Toscana (n. 6312). Specializzata in Psicoterapia Relazionale e Familiare presso il Centro Studi e Applicazione della Psicologia Relazionale C.S.A.P.R di Prato.
Terapeuta EMDR Italia, I-II LIVELLO, socio dell’Associazione EMDR Italia.
Amo pensare e raccontare storie. Amo la molteplicità dei punti di vista, amo la complessità delle trame che ora si fermano o che ora ripartono, amo i fatti narrati, ma soprattutto, amo le emozioni e sensazioni che arricchiscono la storia di nuove prospettive. Nella pratica professionale mi piace narrare l’incontro di due storie inizialmente estranee, che insieme percorrono strade fin a quel momento neanche immaginate, ri-scrivendo una nuova storia; è così che vivo il mio lavoro. Con il passare degli anni, sia nella vita personale che nel lavoro, ho preso atto che è impossibile immaginare una vita in cui si è sempre felici, tuttavia possiamo imparare a leggere gli eventi della vita con un pizzico d’umorismo:”prenderci sul serio, si…. ma non troppo!”
Svolgo la mia attività clinica nello studio di Firenze e Prato, e nello studio di Torino, città in cui mi sono trasferita.
Mi occupo prevalentemente di difficoltà relazionali ed affettive che caratterizzano le tappe principali del “ciclo di vita”, di problematiche psicologiche a seguito di eventi traumatici, ansia e depressione.
La curiosità e la voglia di scoprire sempre nuovi contesti mi ha avvicinato a svolgere attività di Psicoeducazione e Social Skills nell’ambito della Psichiatria Adulti, ad approfondire le dinamiche di gruppo ed i loro benefici sull’individuo sia nell’ambito del Percorso pre e post-adottivo e sia nell’ambito dei Disturbi Alcol correlati.
L’approccio sistemico-relazionale studia e osserva il comportamento dell’individuo in funzione del contesto relazionale, sociale e culturale in cui la persona è nata, cresciuta e vive.
A differenza degli altri approcci, in cui le difficoltà della persona sono frutto del suo mondo interno, la teoria sistemica afferma esattamente il contrario: il soggetto “contestuale” fornisce una nuova chiave di lettura del disagio. Secondo questa prospettiva l’intervento principe di questa psicoterapia riguarda l’intero contesto relazionale di riferimento , quindi, in primo luogo la famiglia.
Ecco quindi che il sintomo non è più visto come il problema del singolo individuo che dev’essere risolto e “aggiustato”, bensì come la manifestazione di un disagio dell’intero contesto in cui esso stesso si esprime. Il “paziente designato” è solo il portavoce di un disagio più articolato e complesso che può essere compreso al meglio coinvolgendo tutti gli attori in gioco poiché ognuno porta il suo contributo al mantenimento della situazione in essere o al suo cambiamento.
La terapia viene dunque definita “sistemica”, perché il malessere della persona viene visto non come problema strettamente individuale, bensì come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza (famiglia, coppia, lavoro, amici). Mentre il termine “relazionale” fa riferimento alla considerazione dell’identità individuale come risultato delle dinamiche e delle esperienze relazionali del soggetto nel corso della sua vita.